Zampone e lenticchie la storia, la scaramanzia e i salumi Gini

La storia insegna che è buona cosa portare in tavola “zampne e lenticchie” nel cenone dell’ultimo dell’anno e a Capodano. Questa tradizione è talmente antica e radicata in Italia che è pressoché impossibile trovare una tavola nel Belpaese che non presenti questo nutriente e gustoso piatto natalizio. Ma proviamo a scavare nella storia e capire come e quando nasca questa tradizione.

zampone e lenticchieIl primo dato certo in cui ci imbattiamo e che la lenticchia è il primo legume coltivato della storia (o almeno il primo di cui si abbia memoria scritta). Se ne parla nella Bibbia e ci sono riferimenti alla sua coltivazione persino nel 7000 a.C.. A renderlo un piatto di Capodanno, però, sarebbero stati i Romani. Secondo gli abitanti dell’antica Roma, infatti, mangiare lenticchie era di buon auspicio per il futuro: tutti coloro che le avessero mangiate avrebbero avuto un anno di guadagni positivi. Il binomio lenticchie-denaro si è tramandato nei secoli ed è arrivato sino ai giorni nostri.

La creazione dello zampone è invece tradizionalmente associata alla figura di Pico della Mirandola. Il filosofo toscano nato nel 1463 invitò i concittadini a creare tale piatto negli ultimi giorni dell’occupazione di Firenze da parte delle truppe pontificie. Un piatto da associare dunque ad un evento festoso, ad una rinascita. Lo zampone di fatto è la zampa anteriore del maiale, da cui viene estratto l’osso ed è poi riempita di un trito di carne di maiale (misto tra carni grasse e carni magre) a cui si aggiungono spezie come pepe, noce moscata e chiodi di garofano.

Le premesse storiche di entrambi i piatti e la loro complementarità hanno fatto sì che nei secoli nascesse questo succulento abbinamento capace di arrivare sino ai nostri giorni. Zampone e lenticchie viaggiano in coppia ormai da secoli, accompagnando gli italiani (ma non solo) da un anno all’altro, angeli custodi di una tradizione festosa che si rinnova e che è divenuta di buon auspicio.

Il rispetto di ogni buona tradizione chiede però consapevolezza e conoscenza. Ecco perché anche il Salumificio Gini sin dal 1880 ha detto no alle scorciatoie, preferendo la genuinità del vero zampone naturale, curato in modo artigianale, all’industriale prodotto precotto, certamente più veloce da cucinare ma irrispettoso del gusto e del sapore originali di questa portata beneaugurante che ha cavalcato anni e secoli per arrivare in tavola a salutare anche l’ormai prossimo 2020.

Presso lo spaccio aziendale del Salumificio Gini, in piazza Italia a Villa Guardia (Co), potrete trovare lo zampone originale e raccogliere direttamente dal nostro personale il segreto per saperlo cucinare e gustare come si deve. Proprio come la storia insegna, come la cultura gastronomica italiana richiede. Vi aspettiamo!